I Tagli economici dello Stato mai avvenuti
All’inizio dovevano essere 20 miliardi, sono, poi, diventati 10 e alla fine si sono trasformati in 5,8. Da quando è stato approvato il Documento di economia e finanza, la spending review ha dovuto rinunciare a 4,2 miliardi di risparmi e non solo.
Infatti, il presidente del Consiglio Renzi, dopo aver rinunciato a questi 4 miliardi, ha detto no anche agli interventi individuati per tagliare i costi dei ministeri.
Secondo il Presidente, le revisioni previste non erano adatte al bilancio dei ministeri e andavano a colpire in particolar modo gli Interni di Alfano, un alleato prezioso non sacrificabile in nessun caso. Secondo fonti del Tesoro, i tagli sono contenuti e descritti in dieci dossier che prendono di mira le spese di ciascun ministero più un undicesimo dedicato alle uscite della presidenza.
Alcuni interventi previsti riguardavano le sedi consolari che avrebbero provocato l’immediata reazione della Farnesina.
Secondo il commissario Perotti, il grosso dei miliardi previsti in entrata dovevano giungere dritti dritti dal Ministero degli Interni e da quello degli Esteri, che non trovando l’accordo di Renzi, ha alzato bandiera bianca e s’è arreso.
Nel dossier si fa riferimento ad alcuni ministeri considerati intoccabili, quali la Difesa, la Giustizia e la Sanità. Renzi, in proposito, ha ribadito più volte che è compito della politica decidere cosa tagliare e cosa no, lasciando intendere che preferiva occuparsi in prima persona della questione e dei ministeri strategici.
A Bruxelles, dopo l’ennesima promessa mancata, vogliono fatti e non più parole.