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Investire in borsa guadagni: a quanto possono ammontare? A chi rivolgersi?

Investire in Borsa è, da anni, uno dei metodi più diffusi, nonché più redditizi, per investire il proprio capitale. Complice una serie di riferimenti cinematografici, negli ultimi anni sempre più persone hanno voluto provare ad avvicinarsi a questo mondo. Come è giusto che sia, però, i neofiti si pongono molte – lecite – domande. La principale di queste è: quando si decide di investire in borsa, i guadagni a quanto possono ammontare? Da dove iniziare? Qual è la cifra iniziale dalla quale partire a investire?

Nelle prossime righe cercheremo di rispondere a questi interrogativi. In ogni caso, però, il consiglio è quello di farsi un’idea di come, quando e in cosa investire e poi comunque consultare un consulente finanziario. Una figura professionale utile per gli esperti, ma ancora più fondamentale per chi si avvicina a questo mondo per la prima volta, quantomeno per avere un aiuto a comprendere alcune dinamiche fondamentali dell’investire in borsa. Ciò non toglie che con la giusta dedizione e determinazione, e soprattutto con il giusto studio degli andamenti di borsa, anche i principianti possono ottenere dei guadagni in modo relativamente semplice.

Come investire in Borsa?

Uno dei primissimi step su cui iniziare a documentarsi è la piattaforma su cui operare. Ne esistono infatti di diverse, tra cui alcune che prevedono il pagamento di commissioni, altre invece gratuite. Tra quelle più conosciute, affidabili e gratuite, possiamo menzionare eToro, Trade, OBR Invest, Iq Option e Plus 500.

Successivamente, sarà necessario aprire un conto di investimento sulla piattaforma CFD. Una volta scelta la piattaforma e aperto il conto, bisogna iniziare a considerare il fatto che gli andamenti di borsa vanno monitorati costantemente. I guadagni possono verificarsi in qualsiasi momento, non solo quando la Borsa sale. A questo aspetto si aggiunge il rapporto di rischio/rendimento e la valutazione dell’entità del capitale da investire.

Lo strumento attraverso il quale si può giocare in borsa (anche se, in realtà, è una pratica che va presa molto seriamente e che ha ben poco a che vedere con i giochi) sono i CFD. L’acronimo CDF sta per “contratti per differenza” (dall’inglese “contract for difference”), ovvero dei prodotti derivati attraverso i quali si possono comprare e vendere azioni, indici, materie prime e forex (il cosiddetto trading).  L’acquisto e la vendita di questi contratti per differenza dà infatti la possibilità di agire sui movimenti futuri dei prezzi di un determinato settore. Ciò non implica necessariamente, però, possedere gli asset sottostanti.

I contratti per differenza (CDF) non posseggono un valore di per sé, ma dipendono dal valore del sottostante. La decisione di comprare o vendere CFD dipende in modo pressoché esclusivo dalle previsioni: se prevediamo che le azioni di una determinata impresa o settore siano in procinto di salire, le acquistiamo, guadagnando. Se invece crediamo che stiamo per perdere di valore, le vendiamo prima che ciò accada. Nel caso dei CFD, però, l’ammontare dei possibili guadagni va di pari passo con la variazione di prezzo.

Investire in borsa: i guadagni possibili a quanto ammontano?

Ma quanto si può guadagnare investendo in borsa? Secondo alcuni studi, gli investimenti effettuati sul lungo termine possono rendere fino al 7% annuo, in modo costante. Grazie all’introduzione della tecnologia e soprattutto delle piattaforme sul web per quanto riguarda la Borsa, le procedure si sono non solo semplificate, ma anche velocizzate. Giocare in borsa è ormai praticamente alla portata di tutti. Come detto, sono necessari solo impegno e costanza nel volersi informare in modo adeguato e approfondito prima di iniziare.

Se, per esempio, si decide di investire 10.000 euro, per massimizzare le possibilità di guadagno il consiglio degli esperti è quello di diversificare. Ciò significa non concentrarsi su un solo settore o una sola impresa, ma valutarne diversi. In questo modo è meno probabile rischiare di esporre il proprio capitale a un rischio. Probabilità che diminuiscono ancora di più se si decide di investire in settori considerati relativamente sicuri. Tra questi possiamo annoverare quello dell’oro (ETF oro, fondi comuni, lingotti e monete d’oro, eccetera) e delle altre materie prime (come l’acqua). In Italia, poi, molti cittadini puntano a investire su Poste Italiane (in particolare in buoni fruttiferi postali), in conti bancari (BOT e BFP) o, più in generale, in obbligazioni e in attività commerciali.

A chi rivolgersi per investire in borsa?

Infine, è importante sapere a quale figura, tra le tante a disposizione, rivolgersi per iniziare a investire in borsa. Non tutti sanno che ci si può rivolgere sia in banca che in posta, ma non solo. In questi primi due casi gli impiegati addetti tenderanno a spingere verso i prodotti offerti dai loro istituti: azioni, obbligazioni o fondi direttamente appartenenti all’istituto o da gestiti da società controllate. Nel caso delle banche, spesso non si riescono a concludere accordi soddisfacenti a meno che il capitale da investire non sia cospicuo. Per quanto riguarda la Posta, invece, raramente il personale è adeguatamente qualificato per il ruolo.

A chi rivolgersi, quindi? Come accennato in precedenza, il consiglio resta quello di individuare un promotore finanziario o un consulente indipendente. Si tratta di figure professionali dedicate e qualificate che, al contrario dei consulenti fuori sede, non sono vincolati da particolari accordi. Accordi che, spesso, rischiano di riflettersi sul consiglio delle scelte da proporre ai clienti. Per questo motivo è sempre preferibile rivolgersi a consulenti indipendenti, in modo da avere un consiglio d’investimento disinteressato e obiettivo.