I mercati azionari italiani sono influenzati in maniera importante dall’indice Italia 40, FTSE MIB. Si tratta senza dubbio alcuno del maggiore indicatore del mercato nostrano, che racchiude quasi l’80% della capitalizzazione italiana complessiva distribuita su diversi settori di riferimento, dall’ industriale al commerciale, passando per quello dei servizi. Capiamo meglio dunque cosa sia questo indice, a cosa faccia riferimento e come sia possibile valutarlo.
Cos’è l’Indice 40
L’indice 40 è un indice che misura, in forma aggregata, i risultati delle più significative aziende quotate in Italia. Il valore tiene in considerazione alcune aziende (40 appunto) in modo ponderato e ne rispecchia i trend per settore, cumulando il valore dei vari dividendi e tramutandoli in un indice dopo gli opportuni interventi di rettifica.
L’indice, che è attivo dal 01 giugno del 2009 come frutto della fusione tra la Borsa Italiana e la London Stock Exchange, tiene conto delle performance di aziende come Eni ( che incide per il 21.96%), Enel (che incide per il 7.67%), UniCredit spa (che incide per il 6.09%), Intesa Sanpaolo (che incide per il 6.08%), Assicurazioni Generali (che incide per il 5.45%), Tenaris (che incide per il 5.30%), Saipem SPA (che incide per il 5,37%), Luxottica spa (che incide per il 3.99%), Snam spa (che incide per il 3.99%), Telecom Italia (che incide per il 3.62%), Fiat Industrial spa ( che incide per il 2.76%), Atlantia (che incide per il 2.41%), Enel Greeen Power spa (che incide per il 2.17%), Terna (che incide per l’1.87%), STMicroelectronics NV (che incide per l’1.66%), Fiat spa (che incide per l’1.45%), Pirelli&C spa (che incide per l’1.35%), Mediobanca spa (che incide per l’1.10%), Banca dei Monti Paschi di Siena (che incide per l’1.07%), Parmalat (che incide per l’1.01%), Exor spa (che incide per lo 0.92%), Campari (che incide per lo 0.95%), Salvatore Ferragamo (che incide per lo 0.86%), Prysmian spa (che incide per lo 0.85%),Unione Banche Italiane (che incide per lo 0.83%), Tod’s spa (che incide per lo 0.81%), Lottomatica (che incide per lo 0.78%), Mediolanum (0.75%), Mediaset (che incide per lo 0.72%), Finmeccanica spa (che incide per lo 0.68%), Banco Popolare Società Cooperativa (che incide per lo 0.67%), Autogrill S.p.A. (che incide per lo 0.63%), A2A (che incide per lo 0.55%), Banca Popolare Emilia Romagna (che incide per lo 0.51%), Buzzi Unicem (che incide per lo 0.42%), DiaSorin spa (che incide per lo 0.39%), Banca popolare di Milano (che incide per lo 0,37%), Impregilo (che incide per lo 0,37%), Azimut (che incide per lo 0,34%), Ansaldo STS (che incide per 0.33%).
Come investire
Nell’anno in corso l’indica ha toccato punte massime di 19.810,77 (il 03/01/2017) e minime di 18.424,31 (08/02/2017), con una performance che nel 2016 ha raggiunto un picco di 21.194,17. Ampliando lo sguardo, è possibile affermare che il titolo ha registrato una crescita pari in un anno all’11.58%.
Dopo queste premesse, analizziamo insieme le possibili forma di investimento. E’ possibile ricorrere ai CFD, adatti all’investitore che ha come fine il guadagno derivato dalle oscillazioni di prezzo nel mercato. Puntando sulle opzioni binarie, invece, l’investitore dovrebbe essere in grado di prevedere ribassi o rialzi del titolo. In questo caso, ci si può rivolgere ad uno dei numerosi broker online, come ad esempio 24Option o IQ Option. I vantaggi legati a questo tipo di trading online sono notevoli, soprattutto se si considera che essi svolgono anche un ruolo informativo molto importante. Molto apprezzata è anche la piattaforma Plus500, senza dubbio consigliata agli investitori alle prime armi soprattutto per la possibilità di utilizzare un conto demo che permette di familiarizzare con i prodotti e con il portale. Molti sono portati a pensare che l’utilizzo in modalità demo sia solo una perdita di tempo, in realtà risulta essere molto utile per analizzare i trend e prevederne gli sviluppi, nei limiti del possibile. Un discorso simile può essere fatto anche per Avatrade, apprezzato sia dai neofiti che dagli utenti particolarmente esperti.
La negoziazione classica su questo titolo, però, è quella che si appoggia ai futures trimestrali, con scadenze nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre e che il trader può gestire con riferimento alla scadenza più prossima.