Mercato del lavoro, primo trimestre positivo
L’ISTAT ha appena pubblicato il suo report trimestrale sulla situazione italiana del mercato del lavoro. I risultati non sono eccezionalmente positivi ma, letti in un’ottica di lungo periodo, sono risultati che promuovono l’impegno e la crescita che il paese sta portando avanti.Il sito di informazione finanziaria www.migliorefinanza.com, che ha analizzato i dati, ci segnala che, complessivamente nel primo trimestre l’economia è cresciuta sia sotto il profilo del prodotto interno lordo sia sotto quello del lavoro sui principali settori economici, capeggiati dal settore dei servizi e ad esclusione del settore edile. Si registra un miglioramento dei livelli di occupazione in Italia ed una crescita complessiva degli occupati. Inoltre, in media le ore di lavoro totali sono aumentate dello 0,5% rispetto al precedente trimestre e del 2,1% su base annua.
Nel dettaglio, l’aumento degli occupati ha interessato 242 mila nuovi occupati su base annua con una quota consistente dell’occupazione dipendente a tempo indeterminato. fronte della tipologia di contratto, infatti, si sta assistendo ad un consistente aumento dei dipendenti con contratti a tempo indeterminato che bilancia il calo di dipendenti a termine ed il livello di stabilità dei non dipendenti. L’incremento maggiore si registra sul tempo parziale ma è in crescita anche il tempo pieno.
Gli occupati poi si dividono per classi di età e si conferma l’aumento per la classe dei 50-64enni rispetto alla lieve diminuzione di quelle dei 15-34enni e 35-49enni. Più in generale, il profilo della classe di occupati che registra le migliori performance di crescita sono: uomini, over 50, delle regioni settentrionali, laureati e stranieri. Il tasso di disoccupazione invece rimane invariato a quota 11,6% per il trimestre appena concluso (si parla di circa 3 milioni e 87 mila persone e di questi 1 milione 759 mila sono in cerca di occupazione da almeno un anno) e le previsioni di lunga durata attestano la disoccupazione a livelli ancora troppo preoccupanti, si parla del 57%. Calano invece gli inattivi e vi è una diffusa riduzione del ricorso alla Cassa integrazione. Inoltre per quanto riguarda il costo del lavoro, continua la diminuzione degli oneri sociali a causa della consistente riduzione contributiva delle nuove assunzioni a tempo indeterminato.
Infine, il report si conclude con un dato sulla modalità di ricerca di impiego dallo stampo probabilmente culturale: si delinea che addirittura l’84,8% delle persone usano rivolgersi a parenti, amici e conoscenti mentre l’invio diretto di curriculum alle aziende è usato da una quota minore (69,2%).