Plafond IVA: che cos’è? Quando si usa? Chi lo controlla?
Quando si parla di esportatori abituali spesso si fa riferimento al cosiddetto plafond IVA. Ma di che cosa si tratta? Nelle prossime righe cercheremo di offrire una breve panoramica su tutto quello che riguarda questo strumento messo a disposizione degli esportatori abituali e delle varie tipologie che ne esistono al momento.
Plafond IVA: che cos’è?
Il plafond IVA è uno strumento a disposizione degli esportatori abituali. Ogni volta che si concretizza una esportazione perfezionata. Infatti, si viene a creare un credito IVA a favore dell’esportatore nei confronti dello Stato. Alla lunga, tale credito causerebbe un consistente esborso di denaro da parte dell’amministrazione statale. Al fine di evitare tale situazione, lo Stato ha quindi istituito a favore degli esportatori abituali lo strumento del plafond IVA.
Ma come si caratterizzano gli esportatori abituali? In primo luogo bisogna specificare che rientrano in questa definizione i soggetti passivi IVA che, nel corso dei precedenti 12 mesi, hanno effettuato esportazioni (oppure operazioni assimilate) di merce verso paesi UE o extra-UE. Queste esportazioni a loro volta devono superare il 10% del volume d’affari registrato nel medesimo periodo.
Nel caso degli esportatori abituali tale definizione si rende particolarmente importante dal momento che questi possono godere di particolari agevolazioni e vantaggi a livello fiscale. Tra queste agevolazioni vi è quella dell’applicazione del regime IVA che si basa sulla non imponibilità.
Ed è in questo ambito che rientra il discorso del plafond IVA, determinato appunto dall’insieme del valore delle operazioni di esportazione avvenute nell’arco dell’anno solare. Attraverso il plafond, l’esportatore abituale può quindi acquistare beni senza che su di essi venga applicata l’IVA. Ciò in conformità con quanto disposto dall’articolo 8, comma 1, lettera c) del DPR 633/72 (Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto, meglio conosciuto come Decreto IVA). In questo articolo si fa infatti menzione della possibilità, per gli esportatori abituali, di acquistare beni e servizi senza dover versare l’IVA ai fornitori.
Tipi di platfond
L’esportatore abituale il cui valore delle esportazioni verso paesi UE o extra-UE effettuate nel corso degli ultimi 12 mesi supera il 10% sul volume d’affari dello stesso periodo può quindi accedere al plafond IVA. È bene però specificare che ne esistono due tipi: fisso o mobile (o mensile).
Plafond fisso
Nel caso del plafond fisso abbiamo a che fare con un tipo di plafond che si ottiene sommando l’importo dell’IVA non corrisposta all’esportazione (ma anche nel corso delle operazioni assimilate) e accumulata nell’anno solare precedente. Per esempio, se un esportatore abituale ha accumulato 20 mila euro di plafond IVA nel corso del 2018, per l’anno successivo, ovvero per il 2019, potrà chiedere di essere esonerato dalla corresponsione dell’IVA nei confronti dei suoi fornitori fino a raggiungere il medesimo importo (ovvero 20 mila euro).
Plafond mobile
Per quanto riguarda invece il plafond mobile (detto anche plafond mensile), il calcolo si basa sulle operazioni effettuate nei dodici mesi precedenti, ma è sottoposto a dei requisiti. Nello specifico, in primo luogo l’esportatore abituale deve aver iniziato la sua attività almeno da dodici mesi. In secondo luogo, l’esportatore abituale è soggetto a verifica del suo status con frequenza mensile.
Nel caso del plafond IVA mensile, in più, l’esportatore abituale è tenuto a compilare una Dichiarazione d’Intento. Questa deve innanzitutto riportare il numero progressivo e la data. Poi, naturalmente, anche l’importo dell’IVA calcolato sulla base del valore imponibile della merce. Ciò in quanto la dichiarazione d’intento non può essere emessa in una data successiva a quella in cui è avvenuta l’operazione doganale.
Inoltre, in questo caso sarà l’importatore, a sua discrezione e responsabilità, a poter concedere o negare l’utilizzo del plafond IVA. Nel caso in cui l’importatore decidesse di concedere l’utilizzo del plafond IVA, si aggiungono altre specifiche. Nella dichiarazione di importazione sarà infatti necessario indicare, nel riquadro di conteggio degli oneri doganali, uno specifico codice di detrazione. Questo sarà utile per indicare l’azzeramento dell’importo relativo all’imposta.