Asse ereditario

Asse ereditario: che cos’è? Chi ne ha diritto secondo la legge?

Nel momento in cui avviene il decesso di un soggetto, dal punto di vista legale entra in gioco la successione ereditaria. Una volta individuati gli eredi del de cuius, è quindi necessario valutare anche l’ammontare del suo patrimonio, ovvero del suo asse ereditario. Ma in che cosa consiste e chi ne ha diritto? Quali sono i beneficiari e in quale parte?

Asse ereditario: che cosa è?

Il termine trova origine nel diritto romano, in cui l’asse costituiva l’insieme dei beni del defunto (il patrimonio ereditario) ed era diviso in dodici once. Per asse ereditario si intende l’insieme dei beni, dei diritti, delle obbligazioni che rappresentano l’oggetto della successione dal defunto agli eredi (successione mortis causa). Ne fanno quindi parte, per esempio, i terreni, i fabbricati, le aziende, i titoli e le quote societarie detenute in vita dal defunto, così come altri beni mobili e denaro.

Gli eredi entrano in possesso dell’asse ereditario mortis causa, fatta eccezione per i beni di cui si fa specifica menzione di segno contrario. Questo può essere per esempio il caso di beni ceduti in donazione per via sia diretta che indiretta ai suoi eredi. In questo caso si parla di collazione ereditaria, ovvero dell’atto tramite il quale gli eredi conferiscono all’eredità tutti i beni (sia mobili che immobili) ottenuti quale donazione da parte del de cuius quando era ancora in vita.

Il valore dell’asse ereditario dal punto di vista economico può essere sia positivo che negativo, dal momento che ne fanno parte sia le attività che le passività. Una volta stabilito il valore dell’asse ereditario, si può passare alla sua divisione tra gli eredi e i legatari.

Suddivisione dei beni tra gli eredi e quote ereditarie

Per la suddivisione dei beni tra gli eredi esistono delle tabelle ben definite, dette quote ereditarie. Nello specifico, nel caso di successione legittima (in assenza di diverse disposizioni testamentarie) al momento della morte il patrimonio viene così suddiviso in base al numero di eredi:

  • Se il defunto lascia solo un coniuge, questi entra in possesso dell’intero asse ereditario;
  • In caso di coniuge e un figlio, metà dei beni vanno al coniuge e l’altra metà al figlio;
  • Se oltre al coniuge ci sono due o più figli, un terzo dei beni vanno al coniuge, mentre i restanti due terzi vanno suddivisi tra i figli;
  • Nel caso in cui oltre al coniuge ci siano anche ascendenti (ovvero i genitori) o fratelli e sorelle, due terzi vanno al coniuge e il restante terzo va suddiviso tra ascendenti o fratelli e sorelle;
  • Se lascia solo un figlio, l’intero asse va al figlio
  • In caso di più figli, l’asse viene ripartito in parti uguali
  • Solo ascendenti: metà alla linea paterna e metà alla linea materna
  • Se lascia solo fratelli e sorelle, l’asse va ripartito in parti uguali tra di essi

Discorso a parte quando invece sussistono degli eredi legittimari, così come definiti dall’art. 536 del Codice Civile. Per questi soggetti la ripartizione è diversa e segue un altro schema. Inoltre, per la loro parte di asse ereditario non è possibile apporre alcun tipo di condizioni né di oneri da parte del testatore.

Successione ereditaria in caso di coniuge separato

Nel caso in cui il de cuius fosse separato dal coniuge al momento della morte, si applica quanto stabilito dall’art. 548  del Codice Civile. In altre parole, il coniuge separato gode degli stessi diritti rispetto al coniuge non separato, a meno che non gli sia stata addebitata la separazione con sentenza passata in giudicato. In questo caso, e solo se al momento della morte del de cuius il coniuge separato già percepiva gli alimenti, potrà ottenere solamente un assegno vitalizio. L’importo di tale assegno è calcolato sulla base dell’entità dell’eredità e del numero degli eredi legittimi.