Interessi ritardato pagamento: come funzionano? Quali sono le sanzioni?
Alla fine del 2019 è stata pubblicata la Gazzetta Ufficiale la modifica del saggio di interesse legale: dal 2020 gli interessi per ritardato pagamento vengono calcolati ad un tasso più basso rispetto al passato. Vediamo come funzionano questi interessi e cerchiamo di capire anche quali sanzioni deve pagare chi non rispetta le scadenze fissate per i pagamenti dei tributi.
Come funzionano gli interessi ritardato pagamento
I nuovi interessi per ritardato pagamento vengono applicati con un tasso dello 0,05%: un bel passo indietro rispetto allo 0,8% applicato l’anno precedente e soprattutto si parla della percentuale pi bassa di sempre per quanto riguarda gli interessi legali. Il saggio attuale è stato determinato tenendo conto del tasso di inflazione e del rendimento medio annuo dei Titoli di Stato. In questo modo diventerà anche meno pesante regolarizzare la propria situazione ricorrendo al ravvedimento; bisogna comunque ricordare che se si fa un ravvedimento nel 2020 per debiti relativi al 2019, gli interessi verranno calcolati al tasso dello 0,8% fino al 31 dicembre 2019 e dello 0,05% per i giorni a partire dal primo gennaio 2020.
Ma chi paga in ritardo tasse ed imposte non se la cava solo con gli interessi: ci sono da pagare anche le sanzioni. La sanzione ordinaria è pari al 30% delle imposte dovute, ma con il ravvedimento operoso è possibile ottenere uno sconto sulla multa; maggiore è il ritardo con cui si regolarizza la propria posizione e maggiore sarà la percentuale di sanzione applicata (e ovviamente più alti saranno anche gli interessi per ritardato pagamento che si dovranno versare). Tra le altre novità introdotte nel 2020 c’è da segnalare anche l’estensione delle tempistiche concesse per ricorrere al ravvedimento operoso e quindi beneficiare di una sanzione ridotta rispetto all’aliquota ordinaria.
Le sanzioni da pagare: l’aliquota ordinaria e gli sconti con il ravvedimento
Prendiamo come esempio l’IMU e la TASI: se ci si accorge subito di non aver pagato le imposte (le cui date di scadenza sono fissate al 16 giugno per l’acconto o il pagamento in unica soluzione e al 16 dicembre per il saldo) è possibile approfittare del cosiddetto ravvedimento super veloce; se si paga entro 14 giorni dalla scadenza si dovranno pagare gli interessi per ritardato pagamento più una sanzione calcolata in misura dello 0,1% giornaliero. Nel caso in cui si paghi con un ritardo tra i 15 e i 30 giorni la sanzione sarà pari ad un decimo di quella ordinaria (quindi il 3%); si sale ad un nono dell’aliquota ordinaria per le regolarizzazioni effettuate entro i 90 giorni (3,34%).
Se il pagamento avviene entro un anno di ritardo la percentuale applicata sarà pari ad un ottavo dell’aliquota ordinaria (3,75%). In caso di errori ed omissioni si può regolarizzare la propria situazione entro due anni pagando una sanzione pari ad un settimo di quella ordinaria (4,29%). Si sale ad un sesto se la regolarizzazione avviene dopo i due anni (5%). La sanzione è ridotta ad un quinto se si regolarizza la propria posizione dopo che c’è stata la constatazione della violazione, ma comunque prima che venga emessa la cartella esattoriale (6%).