Paesi black list: cosa significa e quali sono?
Cosa sono i Paesi Black List? Per dare una risposta basterebbe dire che sono quei Paesi che di solito vengono chiamati paradisi fiscali, ma l’argomento merita di essere approfondito. Vediamo a cosa serve e cosa significa questa misteriosa lista nera e cerchiamo di capire quali sono i Paesi che ne fanno parte.
Cos’è la Lista Nera e quali sono i Paesi Black List
Con il termine Black List o lista nera si intende quell’elenco che viene stilato a livello nazionale da diversi Paesi e a livello internazionale dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e che include quei Paesi in cui sono vigenti dei regimi fiscali particolari, con tasse molto basse. Per quanto riguarda l’Italia, l’Agenzia delle Entrate ha inserito nella sua lista nera i Paesi che adottano regimi fiscali agevolati e che non hanno aderito al sistema di scambio dei dati fiscali con gli altri Stati.
I Paesi Black List individuati dal Consiglio europeo di fine 2019 sono otto, ovvero Figi, Guam, Isole Vergini degli Stati Uniti, Samoa, Samoa Americane, Trinidad e Tobago, Vanuatu. La lista dell’Agenzia delle Entrate è invece più corposa ed include tutti quegli Stati in cui il livello nominale della tassazione è inferiore al 50% di quella applicabile in Italia: l’elenco dei Paesi della Lista Nera è composto da:
- Andorra;
- Bahamas;
- Barbardos;
- Barbuda;
- Brunei;
- Gibuti;
- Grenada;
- Guatemala;
- Isole Cook;
- Isole Marshall;
- Isole Vergini degli Stati Uniti;
- Kiribati;
- Libano;
- Liberia;
- Liechtenstein;
- Macao;
- Maldive;
- Nauru;
- Niue;
- Nuova Caledonia;
- Oman;
- Polinesia Francese;
- Saint Kitts & Nevis;
- Salomone;
- Samoa;
- Saint Lucia;
- Saint Vincent & Grenadine;
- Sant’Elena;
- Sark;
- Seychelles;
- Tona;
- Vanuatu.
A cosa serve la Lista dei paradisi fiscali?
Ma a cosa serve questo elenco di Paesi Black List? Anche se la lista rimane formalmente valida, in realtà la sua utilità è prossima allo zero: fino al 2016 chi effettuava operazioni con Paesi situate in uno dei paesi presenti nella Black List aveva l’obbligo di inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate; la mancata comunicazione era punita con sanzioni amministrative da 258 euro fino a 2.065 euro che potevano essere raddoppiate per chi violava più disposizioni della normativa ed aumentata da un quarto fino al doppio per chi ripeteva la violazione dell’obbligo di comunicazione. Nel 2017 questo obbligo è stato cancellato e gli interventi normativi di quegli anni (tra cui il famoso Decreto Internazionalizzazione) hanno di fatto svuotato di ogni significato la Black List per quanto riguarda la deducibilità dei costi derivanti dalle transazioni con i paradisi fiscali e i Paesi presenti nell’elenco sono soggetti a normale tassazione.