Scandalo banche

Scandalo banche: non per tutti l’emendamento salva correntisti

Salvate dal fallimento con il Decreto ad hoc Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, è arrivato il momento di pensare ai 130mila clienti che si sono ritrovati in piena voragine finanziaria dopo la perdita del valore azioni e obbligazioni acquistate.

Il Governo, per evitare eventuali interventi poco gratificanti per il nostro Paese da parte dell’Unione Europea nella vicenda, sta correndo ai ripari proponendo un emendamento alla Legge di Stabilita’ 2016 che permetterebbe il rimborso del 30% a sostegno dei piccoli correntisti attraverso la somma di 100 milioni di euro confluita dal Fondo Interbancario Tutela Depositi e supervisionata dall’Autorita’ di Vigilanza Mercati. Non ancora delineata, invece, l’ulteriore proposta che prevede di bilanciare nel corso degli prossimi anni i gap finanziari utilizzando un credito d’imposta.

Allo stato attuale delle cose, pare saranno solo i piccoli obbligazionisti subordinati a poter usufruire del sostegno previsto: un rimborso del 30% soltanto per l’1% sul milione di correntisti delle banche coinvolte, avente sul conto corrente un importo al di sotto delle 100mila euro e che investì in obbligazioni subordinate per oltre il 50 %, pari ad una somma di 27.4 milioni di euro.

Non e’ ancora certo, ma purtroppo non sembrano essere contemplati come fruitori di questo fondo chi risulta avere un patrimonio oltre i 100mila euro e ha investito in obbligazioni per meno del 30%, oppure chi, pur non superando le 100mila, non vede le proprie obbligazioni superare il 50%.

I risparmiatori, quindi, non rivedranno mai nelle loro tasche l’intera somma investita, al massimo  possono riappropriarsene in parte. Una situazione imprevista e beffarda nella quale c’e’ chi assicura che siano state spergiurate le più convincenti millanterie sulla sicurezza delle operazioni d’investimento illustrate senza margine di rischio, mentre di prassi e’ obbligatoria la massima informazione su come in questo ambito non vi sia mai nulla di certo. E’ evidente che su tutto questo sarà l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari, la Consob, a fare luce.