Riparte il sistema creditizio
Il Quantitative Easing –programma di acquisto di titoli pubblici e privati dell’Eurosistema- sta centrando l’ obiettivo di far allentare alle banche gli standard creditizi, a beneficio soprattutto delle imprese.
E’ quanto sostiene la BCE nell’ ultimo BanklendingSurvey, indagine condotta dalle banche centrali nazionali dei Paesi dell’ area Euro in collaborazione con la stessa BCE, che si rivolge agli alti responsabili delle politiche di credito delle principali banche di quest’ area (oltre 140).
Con l’ utilizzo del Qe la BCE ha iniettato maggiore liquidità nell’ eurozona, favorendo il deprezzamento dell’ euro (a tutto vantaggio delle imprese esportatrici) e l’ abbassamento del costo del denaro ai minimi storici. L’ afflusso di liquidità ha spinto così le banche a incentivare la concessione di prestiti, le imprese a effettuare investimenti e i privati cittadini a stipulare dei mutui o rinegoziare le condizioni di quelli in essere.
Si registra dunque una decisa inversione di tendenza, dopo anni di stretta creditizia: basti pensare che, solo in Italia, lo stock di credito mancato alle piccole e medie imprese dal 2010 ad oggi è stato quantificato in 97,2 miliardi di euro (Confcommercio-Cer).
Ad avvalorare questi numeri ci sono anche gli ultimi dati diffusi dall’ ABI. L’ Associazione Bancaria Italiana, che raccoglie 78 banche, ha reso noto che nei primi otto mesi del 2015 i prestiti alle imprese sono aumentati del 15,9% rispetto ai primi otto mesi del 2014.
A beneficiare della maggior liquidità nel sistema sono anche le famiglie, che nello stesso periodo dell’ anno in corso si sono viste erogare 28.920 miliardi di euro in mutui per l’ acquisto di immobili, in aumento dell’ 86,1% rispetto allo stesso periodo dell’ anno prima. In questo dato sono considerate anche le surroghe – che consentono di trasferire un mutuo da una banca all’altra e rinegoziarne le condizioni – la cui incidenza sui nuovi mutui è pari al 29%.