Grandi affari, dubbi risultati
Gasdotto North Stream, Telecom e olio tunisino: l’Italia riuscirà a far prevalere i propri interessi nel mondo del business?
Allora, l’azienda internazionale che dovrà realizzare il raddoppio del gasdotto North Stream 2 dalla Russia alla Germania ha assegnato gli appalti a consorzi tedeschi e russi, lasciando l’Italia a bocca asciutta. Evidentemente, però, sarà solo una coincidenza il fatto che poco tempo prima Renzi si è scagliato contro il North Stream, dopo che la Commissione Europea aveva respinto l’ipotesi South Stream dove l’Italia avrebbe svolto un ruolo principale con la Saipem.
Per ora il Nostro Bel Paese ha ottenuto pochi vantaggi: la Saipem potrebbe rientrare in gioco a settembre per la posa dei tubi. Staremo a vedere.
Per quello che riguarda la Telecom, l’azienda sta scivolando verso mani francesi, l’Orange, con la benedizione di Renzi.
Il problema è che chi gestisce la situazione Telecom è già un francese, Bollorè, socio della compagnia con il 25% e anche secondo azionista della Mediobanca che ha appena nominato l’altro francese Donnet, nuovo amministratore delegato delle Generali. Come andrà a finire?
Vogliamo, infine, parlare dell’olio tunisino?
L’aumento dell’import dell’olio a dazio zero autorizzato dall’Europarlamento fino al 2017 mette a rischio un’azienda italiana su tre. La Lorenzin, ministro della Salute, si è detta contraria e ha definito il caso un attentato al nostro olio e alla nostra economia. Forse non sa, che dietro l’abbattimento dei dazi c’è proprio un’ italiana, la signora Federica Mogherini rappresentante dell’Ue per la politica estera.