Prodotti finanziari legati all’indice Eurostoxx50, convengono?
Nel periodo a partire dal 2008 sono stati proposti a molti risparmiatori italiani degli investimenti nel ramo assicurativo legati all’indice Eurostoxx50. Si tratta dell’indice azionario delle più importanti società quotate sulle piazze dell’Eurozona. Tra i suoi componenti troviamo ad esempio la francese AXA, la nostra ENEL, la finlandese NOKIA, la tedesca SIEMENS, l’iberica SANTANDER.
Poste Italiane, ad esempio, è stata molto decisa nel lanciare prodotti assicurativi legati a questo indice. Il prodotto generalmente prometteva una o più cedole fisse, la restituzione del capitale investito, più un pagamento di un importo in caso di una variazione positiva, al termine del contratto, dell’indice Eurostoxx50. Chi ha investito su tali prodotti, come ad esempio il programma “Doppio Stacco” di Poste Vita (legato anche all’indice della borsa giapponese e dello S&P 500), a distanza di sette anni (quindi proprio in questi ultimi mesi del 2015) ritirerà interessi lordi pari a circa il 50% del capitale investito. Sicuramente un buon guadagno. Cerchiamo però di capire insieme come si sia potuto realizzare.
Ricordiamo che gran parte di questi prodotti sono stati introdotti nel mercato finanziario-assicurativo all’indomani della crisi dei mercati finanziari del 2008, quando gli indici delle borse avevano raggiunto dei minimi storici. All’inizio del gennaio 2009 il valore dell’indice Eurostoxx50 si attestava sui 2200 punti. Sei anni dopo, nell’aprile del 2015, oltrepassava la soglia di 3800, registrando quindi un incremento considerevole, con una variazione che superava il 50%. Risulta chiaro che chi ha avuto fiducia in questi prodotti, e ha mantenuto l’investimento anche durante il periodo di bassa rendita del 2011, beneficerà ora di rendimenti consistenti.
Tuttavia è bene tenere a mente che gli indici post-crisi erano straordinariamente bassi e un loro rialzo sarebbe stato fisiologico. Difficile è invece pronosticare dei rendimenti analoghi nel lungo termine. Un esempio lo abbiamo proprio sotto gli occhi: dopo aver raggiunto i 3800 punti, nell’estate del 2015 l’indice è crollato di 800 punti in seguito ad alcuni eventi sfavorevoli concomitanti (lo spettro della “Grexit”, il crollo della borsa di Shangai e per ultimo il tonfo del titolo Volkswagen, una delle componenti di Eurostoxx50). Ora il valore si aggira sui 3250 punti: secondo molti analisti si tratterebbe della quotazione che ne rispecchia in modo più coerente l’effettivo valore, secondo altri potrebbe verificarsi un ripristino della risalita fino ad arrivare ai livelli di luglio. Per chi volesse puntare su quest’indice in futuro è comunque bene sapere che difficilmente si ripeteranno le condizioni descritte in precedenza e di conseguenza i potenziali rendimenti potranno essere più limitati.